**Intelligenza Artificiale al Comando: Rivoluzione o Illusione della Produttività?**
Sam Altman, CEO di OpenAI, ha sollevato un acceso dibattito sul futuro del lavoro, criticando strumenti come Slack per la loro capacità di generare attività apparentemente produttive ma di scarso valore reale. Secondo Altman, la vera innovazione risiede nella creazione di un ambiente lavorativo interamente gestito da intelligenza artificiale, con agenti autonomi in grado di organizzare documenti, email e attività, riducendo l’intervento umano al minimo indispensabile. Questi agenti, a suo avviso, potrebbero trasformare radicalmente la gestione degli uffici, delegando decisioni e operatività a sistemi intelligenti.
Questa visione non è isolata. Workday, azienda leader nei software per le risorse umane, ha già integrato agenti IA capaci di analizzare contratti, proporre aumenti salariali e personalizzare task, fungendo da veri e propri collaboratori virtuali. Anche settori come l’e-commerce e i servizi di ricerca stanno adottando soluzioni simili per semplificare scelte e risparmiare tempo.
Tuttavia, l’impatto sulla produttività rimane incerto. Secondo un rapporto del Global Workforce of the Future di The Adecco Group, l’IA potrebbe liberare fino a due ore al giorno per lavoratore, con un dato italiano di circa 111 minuti. Eppure, studi del MIT rivelano che solo il 5% dei progetti aziendali di IA ha prodotto risultati tangibili, a fronte di investimenti significativi. Gli economisti avvertono che l’adozione di queste tecnologie potrebbe addirittura causare una temporanea diminuzione della produttività, a causa della necessità di riorganizzare strutture e competenze.
Esperti come Erik Brynjolfsson dello Stanford Digital Economy Lab sottolineano che i benefici economici dell’IA non saranno immediati, richiedendo investimenti in aree complementari e un adattamento graduale dei luoghi di lavoro, come accaduto con innovazioni del passato come l’elettricità. Tra le posizioni ottimistiche dei leader tecnologici e le caute previsioni degli economisti, il futuro dell’IA nel lavoro rimane un campo aperto a interrogativi e sperimentazioni.
