**L’intelligenza artificiale in farmacia: alta fiducia, uso ancora limitato**
Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (AI) ha cominciato a farsi spazio anche nel mondo della farmacia, aprendo nuove possibilità per migliorare la gestione del lavoro e dei servizi alla clientela. Ma quanto è davvero utilizzata questa tecnologia nelle farmacie italiane? Secondo un’indagine condotta da CGM PharmaOne, mentre l’interesse e la fiducia sono elevati, l’adozione dell’AI è ancora nella fase iniziale.
Vediamo cosa rivela questa ricerca e come i farmacisti percepiscono il potenziale di queste innovazioni.
Un’opportunità riconosciuta ma ancora poco adottata
La maggior parte dei farmacisti che hanno partecipato all’indagine ha dichiarato di guardare con favore all’intelligenza artificiale. Quasi 9 su 10 ritengono che possa semplificare il lavoro quotidiano, ridurre gli errori e rafforzare il rapporto con i clienti. Tuttavia, solo una piccola parte utilizza già strumenti basati su AI nella propria attività. Il motivo principale? La mancanza di conoscenza approfondita su come integrare queste tecnologie nei processi lavorativi.
Tra i principali ostacoli segnalati ci sono infatti la carenza di formazione e la poca chiarezza su quali strumenti siano davvero utili e affidabili. In molti casi, l’AI viene percepita ancora come qualcosa di sperimentale, poco accessibile o riservata ai grandi gruppi.
Come potrebbe essere utile l’AI in farmacia?
L’intelligenza artificiale potrebbe offrire un valido supporto in diverse aree della gestione farmaceutica. Per esempio, grazie all’analisi dei dati, è possibile prevedere la domanda di certi farmaci e quindi ottimizzarne la disponibilità in magazzino. Lingue e strumenti di AI generativa potrebbero inoltre semplificare la comunicazione con i clienti, ad esempio rispondendo a domande frequenti, suggerendo prodotti o facilitando la lettura di foglietti illustrativi complessi.
Altri ambiti promettenti sono l’automazione di alcune mansioni amministrative, come la gestione degli ordini o dei documenti, e il supporto nell’aggiornamento professionale, grazie alla possibilità di accedere rapidamente a nuove evidenze scientifiche o linee guida terapeutiche.
Fiducia sì, ma serve formazione
Un dato che colpisce positivamente è l’alto livello di fiducia nell’intelligenza artificiale: l’84% dei farmacisti intervistati si è detto convinto che l’AI diventerà sempre più importante nella professione. Questo dimostra una forte apertura mentale verso l’innovazione, fondamentale in un settore in continua evoluzione come quello sanitario.
Allo stesso tempo, però, emerge una chiara richiesta di formazione adeguata. I farmacisti vogliono essere messi nelle condizioni di comprendere, selezionare e usare in modo consapevole gli strumenti di AI. Solo così sarà possibile sfruttarne fino in fondo i vantaggi, senza rischiare di affidarsi a soluzioni poco efficaci o, peggio, dannose.
Verso una farmacia più smart e centrata sul paziente
In sintesi, l’intelligenza artificiale rappresenta una grande opportunità per il mondo della farmacia, ma per realizzarne il potenziale serve un impegno concreto verso l’aggiornamento professionale e l’adozione graduale di queste tecnologie. Con il giusto supporto, l’AI non sostituirà il lavoro del farmacista, ma lo renderà più efficiente, accurato e orientato al benessere del paziente.
La transizione è iniziata: ora si tratta di accompagnarla con le competenze e le risorse giuste.
SEZIONE FAQ
1. L’intelligenza artificiale può davvero aiutare i farmacisti?
Sì, l’AI può essere un supporto prezioso in farmacia. Può automatizzare compiti ripetitivi, migliorare la gestione delle scorte, rispondere a domande frequenti dei clienti e facilitare il reperimento di informazioni mediche aggiornate.
2. Perché l’AI è ancora poco usata nelle farmacie italiane?
Gli ostacoli principali sono la mancanza di formazione, la scarsa conoscenza delle soluzioni disponibili e una certa diffidenza verso tecnologie ancora poco diffuse nel settore.
3. L’uso dell’AI fa perdere il “tocco umano” del farmacista?
No, al contrario. L’AI può liberare tempo che il farmacista può dedicare alla relazione con il paziente, migliorando l’ascolto, il consiglio e il supporto personalizzato.
4. Che tipo di formazione serve per utilizzare l’AI in farmacia?
Servono percorsi pratici e mirati che aiutino i farmacisti a capire come funziona l’AI, quali applicazioni possono essere utili in ambito professionale e come integrare queste tecnologie nel lavoro quotidiano.
5. L’AI è sicura da usare in contesti sanitari?
Sì, ma va utilizzata con consapevolezza e solo attraverso strumenti affidabili e validati. L’intervento umano resta sempre fondamentale per interpretare i dati e prendere decisioni cliniche appropriate.